mercoledì 5 dicembre 2007

Chef per un giorno, uno sfottò spontaneo del “reality trash”



(in edicola il 4 dicembre 2007)

Chef per un giorno (La7, domenica 20.30) è una trasmissione sulla cucina talmente spontanea dal punto di vista delle performance di ospiti e cast – per quanto così anacronisticamente corretta da quello linguistico - che ci riporta ad atmosfere televisive di diversi anni fa. Quando, quello che oggi sarà stato definito, agli inserzionisti, un reality su vip che, nonostante il successo, cucinano per scherzo, sarebbe stato semplicemente presentato al pubblico come un nuovo programma televisivo su come se la cavano ai fornelli Giobbe (molto bene), Patrizio Roversi, o Lella Costa. Senza nulla togliere, anzi, addizionando qualcosa, al realismo del tutto.
Una specie di sfottò – per qualità e dimensioni dell’autocompiacimento a riguardo – a quel tremendo reality (che questa definizione se la meritava tutta, invece) che andò in onda sulla Rai di qualche anno fa, che si intitolava “Il Ristorante” e che vide fra i suoi protagonisti Giucas Casella (personaggio televisivo padre neanche troppo naturale del trash magico, rivalutabile solo in parte tramite il nome del vero ristorante che ha poi aperto, dopo l’esperienza televisiva: “Sui carboni ardenti”, in onore ai suoi esperimenti fachiristici).

Anche se Chef per un giorno soffre principalmente di un difetto, che purtroppo spezza ogni volta che è possibile l’armonia e la semplicità che si crea dietro le doppie quinte teatrali e gastronomiche della cucina: i clienti invitati al ristorante in cui si serviranno le ricette preparate dall’ospite sono sempre selvaggiamente, drasticamente finti. Ognuno è tutto compreso nel solo ruolo assegnatogli: lo studente ma esigente; il pensionato d’oro ma illuminato; la minuscolo-borghese con marito con la grandeur facilissima a parole. Siamo lungi dai figuranti Rai (alcuni ereditari, da più generazioni, in uno dei cinque o sei più antichi del mondo che più rigorosamente si tramandano di figlio in figlio di buona donna): i veri pilastri su cui si poggia, ancora oggi, il 70% minimo del succo di ogni programma di successo o no: vivaci, imprevedibili, facce e movenze di diniego o di approvazione cui ci si può affezionare con una certa fiducia, per via della serialità della loro presenza assicurata certo da qualcuno di quei privilegi che tanto ci fanno rosicare quando leggiamo articoli di settimanale patinato sugli stipendi dei commessi parlamentari.

Eppure, con un po’ di sforzo in più dal punto di vista del casting dei figuranti, da questo arditissimo contrasto fra reality-ma-vero (la cucina) e la realtà-ma-fake (la sala) potrebbe generarsi, oltre naturalmente a una conferma della genuinità dei cosiddetti vip, anche un interessante, possibile manifesto della decadenza del genere del reality-show in senso lato. Ma forse i tempi non sono ancora maturi. O forse, ancora peggio, sono troppo decaduti perché si possa manifestare questo tipo di sensibilità. Il vero ingrediente segreto di questo programma resta dunque l’assenza di una reale ricetta, di qualsiasi schematismo o ripetizione (almeno nel rapporto coi vip presenti) che rovini l’appetito di intrattenimento cui il pubblico televisivo italiano deve pure avere lasciato qualche spazio nascosto nel proprio stomaco, straformato dal continuo fagocitare. Tutto il resto sono avanzi di cui ancora non sappiamo che farcene.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo con tutto quello che hai detto su questo reality show che credimi di finto ha ben poco....i figuranti non sono gente che ricopre un ruolo ma bensi persone che possono prenotare il loro tavolo e mangiare in santa pace con il dovere di dover criticare positivamente o meno il piatto che ogni qualvolta gli viene presentato...tutto qui! 100% vero
E alla fine di tutto mi chiedo se solo mettendo dei veri figuranti la gente possa dire "cavolo si vede che questi sono veri....mica come...."
Insomma ci siamo capiti...15 ore di lavoro per poter estrapolare 1 ora di trasmissione, la gente chiama, telefona e prenota con anticipo il proprio tavolo ( il centralino a volte va in tilt)e poi ci si sente dire queste cose...
Mi trovi pienamente d'accordo che Chef per un giorno rimane uno sfottò spontaneo del reality trash.
Le ricette ci sono, il vip cucina davvero e se proprio ti interessa...sapessi quante padelle bruciacchiate!!!
Cmq grazie per aver apprezzato questo programma!