lunedì 10 dicembre 2007

Blob con la variante Berlusconi Veltroni

(in edicola il 7 dicembre 2007, anticipazione e commenti qui)

C’è chi dice che si potrebbe sapere tutto di ciò che accade nella televisione italiana guardando solo un programma: Blob, con un “aiutino” supplementare da parte della Vita in diretta, quando realmente corrono mala tempora, o c’è un reality inguardabile in corso, su Rai Uno. Quell’uomo della strada avrebbe certo la sua parte di ragione, stremato dal gioco di specchi del palinsesto nazionale, in cui le cose esistono e le azioni avvengono non più, solo, se sono trasmesse; ma soltanto se sono trasmesse, e ritrasmesse in una versione opposta alla prima, e il più possibile deforme e gesticolante.

Una nuova, memorabile puntata del programma ideato da Enrico Grezzi, gli viene incontro, indagando sulla necessaria doppiezza costitutiva di ogni entità televisibile: obbligatoriamente scomposta in sé e il suo opposto, perfino più rozzo o maleducato. Come i Duellanti di Conrad si odiano, si combattono, ma in fin dei conti si ringraziano sempre, l’un l’altro, di esistere, perché se non fossero tutti e due al mondo, non lo saprebbe nessuno che faccia avrebbero, e come la pensassero sull’omicidio di Meredith o sul welfare. Ad esempio, gli ospiti dei talk-show sono scelti così, e vanno sempre in coppie di contrari: la modella e il vecchio parlamentare di lungo corso. Anche nei reality: ti picchio, ergo sum.

La Tv, se ci fate caso, è un’immensa puntata di Forum, non sempre con Rita Dalla Chiesa. Solo, infinitamente meno interessante.
Ci sono dei duetti che rappresentano dialettiche fulgide come gli amori sacri e quelli profani della pittura: Veltroni e Berlusconi, ad esempio. Che, sì, vengono fatti nascere da un orribile corpo a due teste di qualche alieno di un film di fantascienza (scena di apertura) ma poi si separano completamente, e sanno vagare per metà della puntata di Blob in programmi, location, piazze diverse, per quanto rappresentino due facce della stessa moneta, antica come la politica, ma all’occorrenza nuova, come la terza repubblica: l’estremista moderato, e il moderato estremista.

Ci sono altri personaggi, invece, così tragici che presentano in un solo corpo e in una sola mente contorta, uno di quei duelli, e non solo perché hanno due cognomi: come don Gianni Baget Bozzo. Blob ci fa soffermare sull’ultima, bellissima puntata di 8 e mezzo di Ferrara, in cui il sacerdote è ripreso mentre lotta come posseduto da una lingua non sua, che interrompe il fluire altrimenti limpidissimo dei suoi pensieri, come se il demonio che, certo, possiede il suo avversario, nell’altro riquadro del suo collegamento, si fosse divertito un po’ anche dalle sue parti, facendolo parlare - per qualche minuto di calo estremo degli ascolti - in una lingua sconosciuta anche a Massimo Cacciari, che se la ride da Venezia.

Ma il vero capolavoro è un altro momento, del Blob di mercoledì. La massaia della tipica pubblicità di detersivo per colorati, che si lamenta che i due colori della maglia a righe del suo figliolo: “a furia di lava, lava, era un bel capo; ma, ora, il nero, è un grigio topo, e l’altro colore, si incupisce”. Non avevamo ancora sentito dire una cosa così intelligente e veritiera al tempo stesso sulla situazione attuale del nostro tentativo nazionale di bipolarismo.

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