lunedì 17 dicembre 2007

La web tv oltre YouTube



(in edicola il 14 dicembre 2007, anticipazioni e commenti qui)

“Non rassegnata stampa” (www.nonrassegnatastampa.it) è uno dei pochissimi, tentativi riusciti - se non l’unico - di realizzare un programma televisivo in italiano trasmesso solo via internet, senza ricorrere alla solita diffusione per mezzo dell’onnipresente Youtube, o alla noia seriale e mortale da parte del pubblico. Diciamo riuscito perché, per quanto si sia già oltre la centesima puntata, in ogni video disponibile (tutti archiviati e commentati, a partire da una home page organizzata come un blog) non si avverte alcuna stanchezza o ripetitività, ma anzi innovazione e un po’ di affezione per il duo che lo conduce.

È realizzato nello spirito di un reality show, ma ben scritto e ben recitato, che riprende la vita quotidiana di due attori, che per fortuna lo sono anche nella realtà: uno più comico puro (Filippo Giardina) e l’altro più autore parlante (Mauro Fratina). Raccontano le loro ricerche di spazio in tv e in teatro - cosa che, del resto hanno ampiamente avuto, nella vita, prima di optare per questa svolta totalmente indipendente e originale. Tornati a casa, davanti alla webcam, si lanciano in brani di satira politica e culturale tanto efficaci che arrivano a sparlare di Rita Levi Montalcini senza mai cadere di stile o di contenuti, e sempre sul filo sottilissimo dell’attualità delle notizie del giorno. Che – scusate se è poco – è un po’ come trovare un motivo veramente valido per sparare sulla Croce Rossa, e poi ridere insieme a lei della classica bandierina onomatopeica che ne era il colpo in canna.

Così, ad esempio, nell’occasione di una visita alla Rai, per un colloquio donchisciottesco con il direttore del “primo canale” Del Noce (finto a reale che sia, è comunque donchisciottesco), i due escono forse sconfitti nella forma, ma ispirati creativamente nella sostanza. Segue una puntata spassosa sulla fiducia in se stessi e nel proprio governo. Da segnalare la mini-saga dedicata ai preti. Opportunamente travestiti da “Men in black” (clergyman d’ordinanza e occhiale da sole post Vaticano II), e senza neppure porsi il problema di interpretarne uno buono e uno cattivo (anche se uno dei due è chiaramente più ecumenico, e l’altro meno socievole), Mauro e Filippo, da un casolare in campagna, cercano di diffondere nel mondo la loro interpretazione dei dieci comandamenti, con delle pratiche lezioni video da “guida al fai da te” in edicola.

Geniale la sigla con cui una di queste puntate sul clero si conclude: mentre uno dei due lava con una pompa da giardino il cotto davanti all’uscio della casetta (simbolo delle coscienze), e l’altro chaplinianamente lo soprende con una secchiata d’acqua (simbolo della sua, di coscienza). I due non hanno mai la freddezza che vorrebbe essere british, ma non può, del possibile concorrente “Quasi Tg” di Rocco Tanica (da anni fra i migliori italiani in musica, con Elio e le storie tese, con il solo difetto di aver deciso di dedicarsi a un’impresa così infelice dal punto di vista tanto della scrittura quanto della qualità degli interpreti-inviati, con l’eccezione della stessa Deborah Magnaghi di tante edizioni di Bim Bum Bam). Speriamo sinceramente che questa ennesima parodia del telegiornale, come se Striscia e almeno una decina di imitazioni più o meno malriuscite non ci fossero già state, sappia riprendersi o rinnovarsi completamente.

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