mercoledì 5 marzo 2008

E’ nato il club Cashmere Mafia

(in edicola il 26 febbraio 2008)

Nato come quasi uno spin-off del sempre sopravvalutatissimo Sex & the City – se non altro perché le due serie hanno un creatore o due in comune, e un’intera metropoli di bar e club da esplorare: New York – Cashmere Mafia è infinitamente superiore al suo predecessore, noto per essere la serie tv in cui tutti (produttori, colleghi, pubblico) fingono che Sarah Jessica Parker sia bella o addirittura sexy. Per varietà di temi, per profondità di personaggi, ad esempio. Ma soprattutto per la cura maniacale dei dettagli delle location e delle scenografie, infinitamente variabili, assecondando o contrastando, come accade sempre nella varietà di una città così, gli stati d’animo delle quattro affiatatissime protagoniste: Mia, Zoe, Juliet, Caitlin. Più che a Sex & the City, in cui predomina convinto il modello di donna finta giovane e vera cazzeggiona, però, Cashmere Mafia somiglia a un Disperate Housewives in cui però disperati fossero i mariti, e non le mogli, tanto le quattro sono in carriera, adulte, poco materne, e irresistibili. Per di più, gli uomini lavorano anche qui.

La serie racconta, naturalmente, delle peripezie che le donne compiono per far quadrare i bilanci della vita privata e dare un tocco di umanità a quella lavorativa. Mia è interpretata da Lucy Liu: una cinese che non vuole cinesi come vorrebbe mamma, forse la più sexy e la più fragile della piccola cosca, perché più problematica e sentimentale. È editore di una serie di riviste di moda, costume e varietà che vanno per la maggiore, con un capo dei capi ebreo-inglese, si suppone, che non le lascia passare neanche un vestito eccessivo o un’acconciatura cafona. È single dopo che il promesso sposo l’ha lasciata perché lei ha vinto una gara con lui per una promozione, e vede troppi caucasici. Zoe è apparentemente la più in carriera e meglio sposata, con un architetto che piace alle mamme casalinghe della scuola dei figli, contro le quali però decide di non combattere ad armi pari, noleggiando autobus a due piani per classi intere di scuole elementari. Ma le tentazioni, proprio sul lavoro, e per entrambi, sono tante.

Juliet è la rossa di fuoco e ghiaccio, che simulerebbe orgasmi al contrario, cioè fingerebbe di non averne, col marito che la cornificia con una donna molto intelligente, e perfino della sua stessa età. Lavora come executive per una catena di alberghi di lusso e ha una figlia che è come era lei alla sua età: bellissima e scalmanata, in attesa di essere forse disciplinata dalle infinite delusioni di una cita di successo. Caitlin, grazie a una liaison lesbica, scopre che si può essere delle donne forti e intelligenti anche da etero, e lavora per un’industria di cosmetici cui preferisce, in privato, una grande naturalezza. Cashmere Mafia non è ancora non trasmesso in Italia, e sta riprendendo in questi giorni le sue trasmissioni Usa sulla Abc, dopo per che mesi il pubblico si accontentato di 7 puntate su 13 per via dell’acerrimo sciopero degli sceneggiatori. Il suo sbarco nel nostro paese non può che essere imminente, ma ancora non si sa nulla di chi se ne stia interessando più concretamente di noi. L’utente media di Internet Movie Database dichiara, imbestialita, nei primi commenti leggibili nella pagina dedicata a Cashmere Mafia, che “è come Sex & the City, però senza calore e genuinità”. Ovviamente, entrambi punti a favore delle nostre quattro mafiose Perlana: avete mai conosciuto delle vere newyorkesi, anche non strettamente somiglianti a Sarah Jessica Parker, che fossero calde o genuine?

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