mercoledì 5 marzo 2008

L’ultima domenica in molto particolare

(in edicola il 4 marzo 2008)

La prima Domenica In dopo la fine del Festival di Sanremo – anche se questo è stato poco visto o, peggio, qualitativamente superiore alla norma, come sostiene Baudo per questa edizione – viene dedicata, per tradizione, a quella sorta di dopo-dopofestival che un tempo era una buona occasione di spettacolo televisivo, e negli ultimi anni aveva cominciato a somigliare all’ennesima puntata dell’Italia sul Due o di Cocuzza dedicata ai postumi di un reality qualunque, e neanche troppo musicarello. Quelle puntate erano delle buone occasioni perché i cantanti si esponevano più che in un dopofestival in senso stretto, con maggiore rilassatezza (in altri tempi si lottava seriamente per vincere e l’ultima sera, dopo le ultime emozioni, il dopo-festival non c’era e non c’è). E perché davvero si lanciavano o si archiviavano gli artisti destinati o no a restare sul mercato musicale. Molti veri talenti, che fossero solo musicali o pure televisivi o, in generale, comunicativi, sono stai lanciati infatti da quella prima puntata di Domenica In cui parteciparono, e non dal loro primo Festival di Sanremo in quanto tale. Quest’anno, invece, visto tutto quanto si è potuto dire, non solo sulla stampa, ma anche sul palco stesso dell’Ariston, i toni della trasmissione domenicale che, per una volta, conduce Baudo, sono insolitamente signorili, retrò.

Come sospesi in un tempo in cui Amedeo Minchi poteva davvero esprimere un parere sul significato della sua canzone, e tutti gli altri (giornalisti, altri cantanti, perfino una blogger di Blogosfere: Alessandra Carnevali) a commentare, e il tutto con una tale intensità di contenuti e di forme, che quando arriva la pubblicità non si ha la frenesia di cambiare canale per veder il prima possibile com’è è vestita Simona Ventura, ma ci si riposa quasi la testa, e si pensa a un testo o a una melodia come non era capitato neanche sabato. Pippo sfruculia un diciassettenne che era in gara, sulle trentenni e sui sentimenti che esse possono provare per lui, con la timidezza e il garbo di una trasmissione di quando le trentenni avevano l’età del giovane Ganimede in questione. Non si riesce a stabilire con certezza assoluta a cosa sia dovuta tanta qualità.

Pare quasi di trovarsi davanti a uno di quei colpi di scena da romanzo più o meno epico in cui un cattivo della prima ora (uno, d’accordo, non proprio cattivissimo, ma comunque uno che ci teneva e eccome ai suoi piccoli privilegi, alle profferte che qualche popolo gli corrispondeva in termini di attenzione e ascolto), improvvisamente annuncia, con il proprio cambio di direzione, con la propria nuova bontà, anche la fine del romanzo. Forse Pippo sa di dover in qualche modo pagare per il crollo degli ascolti sanremesi, senza che nessuno - e non solo lui - abbia fatto qualcosa di molto innovativo, magari anche last-minute, per rinnovare la formula dello show. E forse pure, relativamente anziano com’è (anche se Bongiorno dimostra che non lo è), relativamente straricco com’è, avrà pensato in cuor suo di darsi alla novità per lo spazio di un’ultima domenica molto particolare, e finalmente “in”, che pure segue a una settimana molto particolare per la storia della sua conduzione, essendo forse la prima grande occasione in cui ha potuto fare lo spiritoso senza apparire troppo giovanilista o troppo vecchio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Condivido tutto quello che dici. E' stato un bel pomeriggio per canticchiare quei motivetti che già erano entrati in testa.
Aeiouy