giovedì 25 ottobre 2007

Improbabile gente di mare. Flirt e spari di rudi costieri

(in edicola il 24 ottobre 2007)

Gente di mare è ricominciata, e con essa la voglia del pubblico di osservare da vicino esemplari di Guardia costiera nella stagione degli amori e delle sparatorie, che sono entrambe aperte tutto l’anno. Certo, dobbiamo ammettere quanto sia grande la perizia tecnica con cui è realizzata la maggior parte degli inseguimenti, in navigazione, ogni volta che i nostri eroi scoprono dei trasgressori a minacciare le loro acque. O gli altrettanto temerari approcci alle colleghe che quegli uomini sanno eseguire, spesso, sempre in navigazione. Anzi, è molto affascinante vedere come queste due componenti tematiche della fiction dialoghino serratamente fra di loro, e più è stata realistica e spettacolare l’una, tanto più ci si concederà poi, nelle ore di licenza poetica. Però, resta il dubbio che la televisione stia un po’ esagerando con le serie sulle forze dell’ordine. Almeno nel caso dei carabinieri, c’erano decenni di barzellette pesanti da espiare, per l’opinione pubblica. La polizia, allora, non poteva essere da meno, ed eccola, da Nebbie e delitti a Distretto. Ma quando si arriverà a realizzare una fiction sul corteggiamento nei forestali, o sulla vita segreta della protezione civile, sarà il caso di cominciare a preoccuparsi.

Per fortuna, nel caso del martedì sera di Rai Uno, un intreccio saldissimo dal punto di vista strettamente drammatico (vedi rapimenti al Circomare) riesce a bilanciarsi sempre cogli amorazzi, i tradimenti, le gravidanze simulate e i conseguenti parti acquatici evitati. È così che anche gli spettatori meno esigenti o più legati ai primi anni ottanta, vinceranno la tentazione di reintitolare, in cuor loro, questa seconda stagione: “Gente di mare 2 - un anno dopo” (alla Vanzina; contaminandola, di conseguenza, con un genere cinematografico più caro ad essi che a dei rudi costieri). Una tentazione, del resto, forte quanto eroici sono gli sforzi sul set dei due (o uno) attori più bravi di appassionarci anche ai lati meno sentimentali del loro mestiere quotidiano. E di ricordarci di puntata in puntata che per quanto possano operare sulla costa alla moda della loro regione (fino a prova contraria, diranno i filo-jonici) sono pur sempre un gruppo di guardacoste calabresi.

Ad esempio, Angelo Sammarco, (lo stesso Lorenzo Crespi di Carabinieri, ma anche quello dei Buchi Neri di Pappi Corsicato), è il Mitch Buchannon della situazione: un Baywatch formato scafo: bello, muscoloso, carismatico, innamoratissimo di una bellona con cui dividere ufficio e branda, ma con un’intera navetta da gestire, al posto del mitico salvagente californiano del collega, quello a forma di supposta arancione. E questo mescolare il dovere con il piacere trova la sua consacrazione nei casi in cui un buono si innamora di un cattivo, o viceversa, mentre gli ottimi continuano a combattere senza tregua almeno i pessimi. Succede così al comandante protempore Terrasini di invaghirsi della figlia del capo ‘ndrangheta Amitrano, e al fratello di lei, Toni, l’erede designato, di non poter più fare a meno della naivetè di quella specie di piccola Flo interpretata dall’ex miss Italia Francesca Chillemi. Alla naturalezza con cui l’una riesce a sembrare il più possibile selvatica, corrispondono le tremende difficoltà con cui Toni il malavitoso rappresenta la civiltà, giungendo sull’isola da cui la Chillemi non si separa mai nientemeno che griffatissimo e da Tropea. Anche nell’ultima puntata trasmessa, notevolissima come al solito l’interpretazione del grande caratterista Frank Crudele, nel ruolo della tipica guardia costiera italoamericana di stanza sul Tirreno.

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