giovedì 18 ottobre 2007

South Park su MTV Italia. Stop alle censure Mediaset

(in edicola il 18 ottobre 2007)

Fra i numerosi meriti di MTV Italia – oltre a quello di insonorizzare verso il resto della casa decine di migliaia di camerette di innocentissime adolescenti, nelle sere in cui ricevono – questo autunno, c’è pure quello di aver sottratto una delle migliori serie televisive all’adattamento e alla distribuzione che ne proponeva Italia Uno. A partire dalla sua quinta stagione, dunque, South Park, il cartone animato per adulti più visto dai bambini, viene trasmesso dalla famosa rete musicale, dal martedì al venerdì, alle 23.30. I fan provenienti dalle classi di ciascuno degli anni ’90, che detengono la maggioranza, hanno semplicemente gioito a questa notizia, per poi riprendere subito dopo a sparare sulla folla di Miami o New York in qualche videogioco della Playstation. Quelli un po’ più anziani, invece, hanno percepito la novità anche come una vera e propria liberazione, tanto dal doppiaggio pesantemente censurato di Mediaset, quanto dalla prossimità con alcune edizioni della notte di Studio Aperto di cui l’orario tardo - e la natura relativamente sboccata dei suoi contenuti - avevano finito per dotarla.

Del resto, a poco poteva valere trasmettere un cartone coraggioso abbastanza da mostrare dei panda molestatori sessuali, se poi il suo lancio veniva regolarmente effettuato da Claudio Brachino in persona, remixato e riproposto, fresco come alle 18, e sempre attuale, al punto da chiudere il telegiornale alternando, di volta in volta, un servizio sul calendario di Melita Toniolo e un editoriale di Paolo Del Debbio, e, nei momenti di particolare bisogno, anche tutti e due. Molte le invenzioni felici o felicissime della quinta stagione, appena conclusa nella versione italiana. Fra cui va citata almeno quella del mezzo di trasporto alternativo denominato “The Entity” (L’Entità), talmente ecologico e sostenibile per le tasche degli automobilisti dotati del senso civico necessario da comprarne uno, che in pratica si muove per la forza generata da un pistone che letteralmente ne sodomizza il conducente. Geniale immagine che sfotte in un colpo solo petrolieri, politici e ambientalisti, ecumenicamente e democraticamente, come solo South Park sa fare.

L’ultima puntata andata in onda in prima visione, martedì, invece, è già la terza della sesta stagione. Morto definitivamente Kenny, uno dei ragazzini protagonisti degli intrecci – quello che cristologicamente veniva ucciso al termine di ogni episodio, e puntualmente resuscitava per l’inizio del successivo – i genitori dei ragazzi decidono di farli distrarre dal dolore, come se ne provassero, con una vacanza ad Aspen, la dolomite del Colorado. Ed è proprio una Cortina vanziniana, solo, se possibile, più classista, quella dello scenario che si prospetta loro. Ci sarà ancora meno pietà verso i Claudio Amendola meno abbienti che subito emergono nel gruppo, schiacciati dal peso di tutte quelle lezioni di sci mai prese (da un istruttore che non si fa chiamare, si chiama: Tampax). Un po’ a disagio perché meravigliati della cocaina che viene consumata tranquillamente nelle vie dello shopping, su tavolini da gioco delle tre carte, ma per niente stupiti da una realtà in cui gli ultimi saranno gli ultimi, e basta. Così, mentre uno dei bambini, Stan, avrà il coraggio di sfidare a sci il campione locale, trionfare, sovvertire l’ordine delle cose e vincere la stima della ragazza più brutta della compagnia, gli adulti saranno impegnati a dribblare invano venditori di multiproprietà-loculi, che finiranno poi per piacere loro, forse perché del tutto simili, nel campo lungo, a tanti enormi televisori, sintonizzati sempre sullo stesso spettacolo, che non vorrebbero mai vedere se non fossero stati persuasi di averlo pagato abbastanza poco.

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