lunedì 14 gennaio 2008

Blob Pao & Lino, il clou del trash nelle dis/cariche

(in edicola sabato 12 gennaio 2008)

Le puntate di Blob firmate dalla coppia Pao & Lino hanno un sapore tutto loro. Innanzitutto perché sono leggermente eretiche rispetto ai comandamenti del classico montaggio da Blob. La critica, le idee espresse nel taglio di una sequenza, non si basano solo sull’accostamento di scene di film o spezzoni di tv, che pesino sulla nostra immaginazione come macigni da spostare con l’analogia o il contrasto, come del resto si formano tutte le bellezze e le bruttezze che si possano concepire. Insomma, di solito Blob, in soldoni, propone Kapò e poi Berlusconi (oppure Berlusconi che prova a co-produrre Kapò, al parlamento europeo, ma questa è un’altra storia). O ancora Prodi che va in bicicletta, e una fiction su Bartali. C’è da dire che spesso le similitudini sono più divertenti o profond di quelle che abbiamo esemplificato, ma questo deve essere uno dei motivi per cui non siamo ancora autori di Blob anche noi.

Pao & Lino, rispettando quel piccolo manifesto poetico che è nel loro nome de plume dualistico e serrato, invece, amano riempire di significati anche pochi secondi di tre, quattro, cinque eventi mediatici, e giocare con loro nelle infinite direzioni che possono prendere i nostri volti nel tentare di seguirle, staccando ogni pochi secondi una realtà dal suo capovolgimento, o viceversa, senza esclusione di colpi. E’ una sparatoria in difesa della televisione – o contro di essa – talmente forte che non si può ripetere tutti i giorni, e neanche per tutta la puntata ma, quando arriva, la attendevamo. Quella di questo mercoledì si intitola Dis/cariche (e, certo, giunge presto il momento in cui potreste cominciare a pensare che Pao & Lino giochino molto con la tabelle dei simboli di word, ma del resto è coerente, perché nel suo corso il pattume si alterna alla polizia che affronta la folla, che affronta la spazzatura).

I momenti clou di Dis/cariche sono senza dubbio quello meraviglioso in cui, dopo una scena del Monnezza-Milian e una della vera immondizia campana, gli autori mostrano Raffaella Carrà ospite a Bombay di Boncompagni, che urla davanti a un grosso topo finto che il suo pigmalione agita davanti al caschetto di lei, ancora biondo e tanto, tanto impaurito. Forse, la seconda parte della puntata, è poi un po’ scontata. Ma forse possiamo perdonare, tanto sono cruente le immagini di rivolta che provengono da Quarto Flegreo, e tanto fa sempre sensazione temere un attacco epilettico davanti al contrasto fra i capelli di Michela Vittoria Brambilla sullo schermo blu col logo di Porta a Porta, e poi dimenticare tutto. In sostanza, Pao & Lino concludono il loro compito mostrandoci brani del trash, della spazzatura televisiva proveniente dai primi giorni di questa settimana. E quindi la Brambilla con autoreggenti da Vespa, appunto.

Lo stesso Prodi che legge un comunicato stampa sull’emergenza rifiuti, ed è come se parlasse, solo un po’ peggio. E infine l’immncabile Claudia Koll che parla della sua fede cattolica (fra l’altro, pare che ora insegni anche in una scuola di spettacolo sulla falsariga di Amici di Maria De Filippi retta dalle Orsoline, e non è una battuta). Aspettiamo sempre un Blob Pao & Lino che mantenga il livello dei primi cinque minuti per tutta la sua durata.

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