martedì 29 gennaio 2008

Cinematografo, il Marzullo ok è quello della domenica

(in edicola il 29 gennaio 2008)

Per molti appassionati, il Marzullo vedibile resta quello della domenica. Non solo perché Cinematografo è lungi dall’essere insignificante, sebbene sarà difficile crederlo per chi non frequenta assiduamente la fascia notturna dei palinsesti, o non la frequenta con scopi talk, ed è dunque afflitto da decennali pregiudizi sui mancati cambi di cravatta del giornalista avellinese.
Ma soprattutto perché questo programma, se visto con coscienza e magari con quel briciolo di attenzione in più rispetto a uno spot di Sanremo, può dirci molto anche del resto della nostra televisione, più o meno come scrivono certi autori col gusto del macabro o della malattia di certi stati alterati della salute umana, che mettono in una luce più chiara del resto del corpo, anche se era apparentemente in salute.

Cinematografo, in verità, svolge due ruoli fondamentali. Uno è quello di cesura fra il week-end e la il lunedì mattina. Quello che può notare ogni giorno - fra il giorno e la sua notte - chi guardi Marzullo in Sottovoce, succede su larga scala la domenica, fra una settimana e l’altra. Ogni notte Gigi ci accompagna in territori dalla difficilissima percorribilità, con mano ferma e salda, se non altro perché le sue puntate sono ovviamente registrate. Ai confini labilissimi fra il dovere e il piacere, fra la fine del fine settimana e l’inizio della vita reale, si pone una dimensione da realismo magico tedesco, in cui tutto quanto di più irreale avviene come per leggi ferree, come per un’altra fisica o una nuovo biologia niente affatto approssimativa, ma solo mostruosa. Il secondo è far parlare Selma Dell’Olio in televisione, non importa a che ora avvenga, e chi la guardi.

Un mondo in cui si passano minuti a porle domande su un dubbio di pronuncia inglese, se il resto del parterre tace perché, forse, troppo immedesimato nella parte dell’essere in onda alle 2 di notte. Nascono nuove lingue, dai suoni fintoesotici, come solo Hollywood sa emettere, e fra cui è proprio Selma la stele di Rosetta, il perno su cui il possibile tutto gira, possibilmente fermandosi quando Gianluigi Rondi, il grande vecchio della critica cinematografica italiana, non ne può più davvero. E’ per questo che la moglie di Giuliano Ferrara è sempre più conduttrice morale del talk sul cinema, con Marzullo ospite fisso, e non già viceversa. Forte del suo essere stata allevata almeno per una certa parte della tarda adolescenza in USA, Selma è del tutto convinta di poter dire ciò che pensa di qualunque cosa, e ciò include anche fare gaffe su traduzioni anche solo di titoli di blockbuster notissimi (esempio: quella di Be Cool con Uma Thurman, che sarebbe anche celebre, oltre che memorabile, se qualcuno avesse visto quella puntata).

E’ una di quelle amiche che hanno più o meno tutti nella vita, di quelle che sentendoti parlare di Harry Potter con poca convinzione, sono capaci di interromperti scandalizzate dicendo: “Ma come, tu Albus Dumbledore lo chiami ancora Silente, come hanno scritto nell’edizione italiana?”, con lo stesso sdegno francesistico di Carla Bruni in un’imitazione di Fiorello.
Amiamo Selma Dell’Olio perché ci ricorda ogni settimana da dove veniamo e dove non andremo mai.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma che razza di critica è questa? cinematografo è uno dei pochi programmi che si possono salvare della tv e non è affatto vero che la dell'olio fa la parte della conduttrice al posto di marzullo...evidentemente hai visto un'altro programma o stavi già mezzo a dormire..ciao

Anonimo ha detto...

Ti dispiacerebbe mandarmi il titolo della sigla finale a questo indirizzo mail? diretta@hotmail.com
Ti ringrazio anticipatamente.
Maurizio - Bari

tiziana ha detto...

complimenti per la trasmissione anche se ci sono ancora pochi commenti o critiche per un programma di alta cultura ,solo alla rai si poteva mandare una trasmissione del genere,avendo l'opportunita di vedere un marzullo diverso da quello di" sottovoce "