lunedì 21 gennaio 2008

Il sacro e il profano di Vespa con la Bruni in seconda serata

(in edicola il 18 gennaio 2008)

La puntata di Porta a porta dedicata, martedì, all’unione fra Carla Bruni e Sarkozy è probabilmente la migliore della stagione. Ed è oltremodo significativo come si riesca ad ottenere questo risultato su un tema che è la migliore sintesi fra il sacro e il profano di Bruno: stile gossip con la politica e grande giornalismo col pettegolezzo. Ognuno degli ospiti si rende conto subito della situazione, e dà il meglio di sé con uno slancio e con una facilità mai vista prima. Lina Sotis lancia battute come in estasi, posseduta da uno spirito che le segna le cose da dire su un gobbo immateriale, che fissa davanti a sé, leggermente a destra dell’obbiettivo della sua camera in esterna, e non ne sbaglia neanche una. E’ di una crudeltà e di una pacatezza da sibilli che inventa vaticini, alla Dürrenmatt. Sublime il momento in cui le deve essere venuta in mente una perfida definizione della nuova coppia di cui si parla, ma non la pronuncia: la affida a qualche redattore che, prontissimo, la scrive su un foglio di carta e la fa inquadrare da un operatore: “Lo squalotto e la caimana”.

E’ una serata di quelle che non tornano, o che preannunciano una nuova epoca. Commovente, ad esempio. il modo in cui l’autore del servizio sull’infanzia musicale di Carla Bruni riesca ad evitare la facile battuta, parlando del rapporto fra la madre Marisa e il vero padre della modella, quando a un certo punto dice: “Lei suona il piano”. Non soltando riesce ad evitare di concludere il periodo con l’ovvio: “E lui la tromba” (per tacere del fatto che non erano affatto a fiato gli strumenti che sapeva suonare meglio), ma riesce a farla pronunciare a tutti noi. Del resto siamo in seconda serata su Rai Uno, e l’autore è uno dei migliori della squadra di Vespa. Ma naturalmente la vera stella è il più grande giornalista radiotelevisivo italiano vivente: Antonio Caprarica. Del resto, è sempre così quando viene invitato e, dobbiamo presumere, accetta di andare in onda con Vespa. E non ce ne voglia neanche l’immenso Mario D’Urso, purtroppo, troppo signore per intervenire spesso, ma anche talmente indispettito dalla grammatica della moglie del figlio di Jean Pal Belmondo, per farlo anche di rado.

Caprarica è l’emblema del mood della serata, da sempre il giusto equilibrio fra un parlare alla grande delle piccole cose, e il laissez-faire, solo apparentemente, sulle enormi incongruenze e sconvenienze del mondo e della società. Senza mai trascurare di nascondere la sua conoscenza dei fatti, finché è possibile, attraverso battute o – ancor meglio – vere opinioni. Salvo poi ogni volta che gli viene richiesto, mostrare che anche in fatto di sociologia dell’adulterio (altrui, naturalmente) ne sa una più di Alba Parietti.
Anche Vespa, dal canto suo, partecipa di questo clima. Il suo “se dietro questa porta ci fosse Carla”, all’ultimo scampanellio della porta, davvero raggela tutti (perfino la Spaak, che l’aveva difesa a spada tratta, ma sempre col sorriso sulle labbra da testimonial del botulino ragionato, e quasi moderato). E resta uno dei picchi di qualità assoluti di un programma che forse promette una svolta, o quantomeno dichiara, finalmente, e apertamente come non mai, quanto spesso debba sforzarsi di trattenersi, nelle puntate medio-basse cui ci ha abituato, dall’essere quel pizzico più intelligente – o solo spiritoso – che renderebbe davvero tutta la faccenda di fare un talk-show di massa estremamente più facile per tutti: ospiti, pubblico e conduttore.
Non c’è neppure l’ombra di Renato Mannheimer.

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