lunedì 18 febbraio 2008

Rai Due, il cartoon assicurato

(in edicola il 15 febbraio 2008)

Il mattino di Rai Due, fino alle 10, è dedicato da molti anni - come quello di Italia 1, ad esempio - ai cartoni animati. Ora, ci siamo sempre chiesti come mai fino alle 10, visto che i bambini in età da cartone non violento o, in generale, i bambini di buon livello come sono quelli che guardano i cartoni di buon livello, alle 8 sono a scuola. La soluzione, che ci è venuta in mente ieri, mentre guardavamo Kim Possible (uno dei migliori senza dubbio), prevede che in realtà si tratti di una sorta di sistema assicurativo, un po’ perverso ma efficace. La noia o lo sgomento per molti grandi che non riescono o comprendere il fascino di quei cartoni, o a tornare bambini - o a uscire in tempo per lavorare, o proprio non riescono a lavorare - nel vedere quei cartoni, è il premio assicurativo che il resto dei clienti paga perché i veri bambini che marinano la scuola in casa, o sono realmente malati, possano tranquillamente vedere molti cartoni a un orario curricolare. Deve essere per questo motivo che i bambini che marinano la scuola in casa, poi, sono così tranquilli, durante il soggiorno sul divano, e non necessariamente per i primi sensi di colpa di una vita da gesuitici mentitori.

Oltre a Kim Possibile, l’altro grande capisaldo fra queste produzioni dedicate ai piccoli, è Scuola di Vampiri. Kim Possible (produzione Disney, vincitore di Emmy) racconta le avventure di una giovane paladina delle giustizia che, con la stessa grazia, combatte tanto i professori in classe quanto il crimine più o meno organizzato a livello internazionale, e non è detto che il primo dei due tipi di missione le riesca più facile dell’altro. Il tutto con una carica di parodismo nei confronti del classico genere cinematografico spionistico che spesso supera in sottigliezza casi analoghi tratti dal mondo degli adulti, o dei bambini non anagrafici che si prendono troppo sul serio. Scuola di Vampiri, d’altro canto, è una produzione italiana, dalla bella sigla di testa (“il sole porta solo guai”) e dai dialoghi che certamente omaggiano, con l’umiltà di chi sta imparando bene, la scuola di magia di Hogwarts inventata dalla Rowling per Harry Potter. Rievocata non solo nell’ambientazione, dunque, anche se sottoponendola a un gioco dei contrari, per cui qui sono gli apparentemente cattivi che si formano.

Quello che un po’ ci delude, fra questa programmazione, è il cartoon digitale “I miei amici Tigro e Pooh”, sebbene siamo grandi estimatori di Winnie The Pooh e dei suoi nascosti lati semiologicamente intriganti (il primo pupazzo di pezza già oggetto di meta-merchandising anche nella fiction in cui compare per la prima volta: prodotto-giocattolo già in partenza, insomma). Non solo è rivolto a un target decisamente più giovane dei pur giovanissimi cui è rivolto l’originale Pooh, ma anche a dei giovanissimi poco attenti, auguriamo agli autori (e ai bravi doppiatori italiani), per la varie incongruenze e le numerose mancate occasioni di comicità che costellano il corso delle puntate. E’ un Winnie decisamente sotto tono, insomma. I bambini sanno essere davvero i critici più spietati.

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