martedì 5 febbraio 2008

Telegrolle, la sorpresa del pollo

(in edicola il 5 febbraio 2008)

Fra le numerose mancate sorprese che hanno abbondato come sempre, in occasione del conferimento delle Telegrolle di Saint-Vincent, spicca per qualità e onestà il premiato della categoria cartoon, Gino il pollo di Andrea Zingoni (testi) e Joshua Held (disegni). Le grolle, si sa, sono il recipiente tipico valdostano da cui più persone, per mezzo di più beccucci, possono bere la stessa bevanda calda e corroborante. Una perfetta scelta per un premio televisivo: notevolissima la metafora del liquido riscaldato che il pubblico sorbisce come in un rito collettivo, salvo per il fatto che, spesso, la televisione non risulta affatto corroborante. Tornando a Gino il pollo, il personaggio, che nacque come un fenomeno del web dalla satira e dal parodismo scorretto, risultò imborghesito ai pregiudizi degli affezionati, quando se ne seppe che sarebbe sbarcato su Rai Tre e in 52 puntate, dalla durata e dallo sforzo ben superiore a quelli che di norma richiedevano 5 minuti in cui si accusava Osama Bin Laden, in canzone, di voler “fare ‘o talebano” col petrolio di papà, o Berlusconi di telefonare troppo spesso a Bush.

Ma fu grande la sorpresa di ritrovare il pollo in forma smagliante anche alle prese non più con i personaggi dell’attualità internazionale, ma con mostri deformi e scienziati pazzi. Anzi, il rischio è solo che gli spettatori più smaliziati dello show non riescano a capire la differenza. Per il resto, parlando dell’edizione 2008 del premio, che si svolge al Casinò de la Vallée di Saint-Vincent ogni anno con dei conduttori e un disturbatore meno affiatati, non si può fare a meno di citare alcuni fondamentali episodi. Per prima cosa, il workshop sulla fiction moderato da Maurizio Costanzo, colto in un ruolo, fra i tantissimi che copre, che ci era sfuggito: “direttore artistico delle manifestazioni” del suddetto casinò. A parte questa novità, in realtà il suo principale intervento è apparso quanto mai interessante, per quanto molto impopolare presso le due principali categorie di pubblico presenti in sala ala momento della discussione: critici e giornalisti di tv, e attori di fiction e soap.

Il punto è che il suo discorso si articolava precisamente in due fasi: una, in cui dichiarava che non esiste una vera e propria critica televisiva in Italia, e la seconda, in cui proponeva un abbassamento dei cachet per gli attori di fiction e soap. O, meglio, un’uniformazione dei cachet fra i famosi e non, i bravi e non. Per quanto riguarda i critici si può obbiettare ai detrattori del discorso di Costanzo che in realtà, forse, ognuno ha i critici che si merita, come le mogli, ad esempio. In secondo luogo, grande emozione, anche da parte delle altre categorie di pubblico, per la presentazione in anteprima di una nuova fiction Mediaset che, realmente, si prepara ad essere una delle migliori di questa stagione televisiva: “I liceali” di Lucio Pellegrini, con tanto di sceneggiature rivedute, sebbene non si sappia quanto corrette, da Paolo Virzì in persona. L’idea sarebbe quella di ripartire, ma per sei puntate, dove il grande successo cinematografico de La scuola si era fermato, e porci nel mezzo un Giorgio Tirabassi (uno che raramente ha deluso) nel ruolo del professore di campagna capitato fra degli allievi completamente nuovi, ma non o pariolini o zecche, come la letteratura e il cinema di Federico Moccia ci hanno abituato, ma dotati di infinite vie di mezzo.

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