lunedì 5 novembre 2007

La mattina di Rai Uno con l'icona Luca Giurato



(in edicola il 5 novembre 2007)

Da quando non se ne contano più tanto gli errori di pronuncia o di costruzione, ma più che altro i decenni dalla prima messa in onda, Luca Giurato è diventato un’icona della cattiva televisione – come dovrebbe essere se fosse sempre così onesta, autonoma, a volte quasi costruttiva.
1) Onesto, perché non possiamo crederlo altrimenti. Dovrebbe essere come minimo il doppio più intelligente e fortunato a poker di Emilio Fede per fingere così verosimilmente di essere un’altra persona, e per anni e anni di evoluzione e auto-affiatamento;
2) Autonomo, perché come si fa a tentare di controllare le notizie che possa dare un uomo che, concretamente, non è in grado di controllare la posizione dei suoi piedi mentre è in diretta Rai?
3) Costruttivo, perché è ormai una figura da prendere a modello da tutti i giornalisti Tv semi-dilettanti che spesso vanno in onda, con tanta più sintassi e meno della metà dello stile. Primi su tutti, ad esempio, quelli dello Studio Aperto non riformato (quello ancora diretto da Mario Giordano – su quello di Mulé ancora non ci pronunciamo male).

Puntuale come un postino irpino, Luca ha fatto ormai del refuso nella comunicazione orale un espediente retorico, e uno di una tale precisione e funzionalità che costituisce – non senza le posture – una grammatica alternativa, con le sue regole da rispettare, i suoi tempi comici e non, i ritorni in ascolto di interi programmi come Striscia, che ne hanno fatto un mito e una mucca da mungere.
Lui non co-conduce: abbraccia, tocca, maneggia la sua antagonista più totale: Eleonora Daniele. Lei, che viene dal Grande Fratello, non si muove stranamente, e che nonostante questo, miracolosamente, intervista e ragiona, conversa e saluta; lui, vecchio giornalista dapprima di Paese Sera, poi della Stampa e poi solo Rai (e che Rai: direttore dei GR, vicedirettore del Tg1), che se potesse esprimersi a gesti, parlerebbe solo di belle donne e relative metafore e metonimie, per tutta la sua mezz’oretta. Prima tutto solo, poi con Eleonora e relativi ospiti, con i quali non gli riesce mai di non avere un rapporto quantomeno affettivo, se non tattile.

Il suo spazio quotidiano – Le notizie di Luca, al’interno di Uno Mattina – glielo hanno fatto ritagliare con un paio di quelle forbici dalla punta arrotondata – rese famose da Giovanni Muciaccia di Art Attack, e da una sua imitazione di Fiorello – tanto ne devono temere ormai l’incontrollabilità quasi benignesca, ma sempre benigna, e dunque mai eccessivamente chiassosa o costruita.
Gli hanno messo a disposizione il peggio esperto di Photoshop nella redazione, ma il suo giornalino-fake, con il titolo riscritto malissimo, fa comunque ridere, anche quando parla di notizie vecchie di giorni, che in televisione sono settimane. La missione di Giurato su questa terra, avanguardia involontaria del giornalismo, è diventata sempre più l’esigenza di farci sapere, semplicemente, che – neanche nel giornalismo, soprattutto in quello televisivo – non ci sono certezze. Evidentemente, per il suo settore, quello che è avvenuto già negli anni ’10 del secolo scorso per la pittura, o nei prossimi europei di calcio per la nostra nazionale, se continuiamo così – doveva avvenire a partire dalla metà degli anni ’90 con un pezzo unico come Luca, che semina il dubbio a mani aperte, e ha riconsegnato al mezzo busto il tuttotondo.

2 commenti:

phoebe ha detto...

Sinceramente, visto il resto dei palinsesti e dei soggetti che vi circolano, non me la sento di dare addosso a Giurato. Ha l'aria del vicino di casa stonato dentro, ma almeno è ruspante. :)

Trenulone ha detto...

infatti! infatti!