lunedì 19 novembre 2007

Scrubs, medici al rovescio



(in edicola il 17 novembre 2007 - anticipazione e commenti qui)

La sit-com Scrubs, su Mtv il giovedì alle 21 (e su Fox Italia il sabato pomeriggio), continua a far danni non più solo nei confronti di E.R. (“medici in prima linea”), di cui era la parodia originale e volontaria (“medici ai primi ferri”), ma anche di tutte le altre serie come House e Grey’s Anatomy che, col tempo, della formula e del successo dei casi di E.R. stesso sono diventate parodia purtroppo del tutto involontaria. Come in E.R. si rappresentava la rapidità e l’efficienza di medici già nell’età del pronto soccorso – e nella stagione degli interventi – in Scrubs i protagonisti sono medici inesperti all’epoca della specializzazione, nel vivo della tradizione delle varie scuole di polizia e di pompierato. Le stesse che, al cinema e in tv, avvicinano gli spettatori a mondi apparentemente lontani, che di norma, invece che divertirli, li manganellano o, bene che vada, gli sfondano le porte di casa. È singolare, qui, l’adozione della camera singola, nelle riprese, e non multipla, come è di norma in una serie di questo tipo. Dunque, tutto il montaggio prende le mosse da quanto ha ripreso una sola unità, in ordine non sequenziale.

Questo è il risvolto tecnico di una delle caratteristiche stilistiche più originali della serie: le vicende sono presentate dal punto di vista del protagonista, J.D. Dorian, che in sostanza le “monta” secondo criteri personalissimi e spesso mescolando realtà, sue idee e sensazioni e il “daydreaming” che l’ha reso un personaggio di culto. Scrubs mette in scena il mondo clinico cui ci ha abituato la televisione in modo del tutto capovolto, e dunque, spesso, molto più aderente alla realtà. I medici possono contendersi effetti personali di pazienti passati a miglior vita, fino a che uno di essi, e per giunta quello dotato delle migliori quantità di vestaglie di seta, non riemerge da un’interminabile seduta alla toilette, che l’aveva momentaneamente dato per spacciato o morto presunto. L’unico non-medico protagonista, l’inserviente Janitor, ottiene facilmente la complicità di malati anche gravi, per scherzi che opera contro il personale medico più serioso e indaffarato, in un vero e proprio simbolo dell’azione di Scrubs contro Meredith Grey.

Per fare un esempio, realizza telecomandi che simulino il suono delle macchine quando registrano un encefalogramma piatto, allarmando un professore sovrappeso. Che, però, risulta molto più allarmato quando, voltatosi di spalle, a burla compresa, ascolta lo stesso telecomando eseguire la tipica suoneria di camion della nettezza urbana in azione. Il tutto senza quasi mai apparire di cattivo gusto, ma spesso come un “memento mori” per noi e per molte serie rivali. Dunque, ci ricorda quanto siamo noi transitori su questo mondo, strappandoci un sorriso sul tema della morte e della malattia, che un attimo prima erano tabù, o avevamo solo voluto scordare. E, al tempo stesso, quanto riescono ad essere banali e insipide le altre serie quando, pur entrando nel dettaglio medico fino al massimo del realismo anatomico consentito all’ora di cena, ci mostrano tanto poco di noi stessi, e di come concretamente la possiamo pensare riguardo ai camici e ai pigiami che popolano gli ospedali.

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